
3 FULL GRANT: progetti che sviluppano ambiti di studio promettenti, basati su solidi dati preliminari
‘DORALS’ – L’obiettivo del progetto di ricerca, coordinato da Marta Fumagalli dell’Università degli Studi di Milano, è identificare un nuovo biomarcatore della SLA per facilitare la diagnosi precoce e monitorare la progressione della malattia. Precedenti studi del gruppo di ricerca, finanziati da AriSLA, hanno osservato una ridotta capacità del sistema nervoso di riparare la mielina, il rivestimento protettivo dei neuroni, e che questo deficit contribuisce alla progressione della malattia. Questo meccanismo patologico appare dovuto ad un accumulo eccessivo delle cellule precursori degli oligodendrociti, che perdono la capacità di maturare in oligodendrociti, le cellule che formano la mielina. Questi precursori generano vescicole extracellulari, rilevabili nel plasma. Lo studio verificherà, in modelli di SLA e nel plasma dei pazienti, se tali vescicole possano rappresentare un indicatore del processo patologico e di conseguenza un biomarcatore di malattia.
(Partner: Tiziana Bonifacino, Università degli Studi di Genova; Stefania Corti, “Centro Dino Ferrari” Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano; Claudia Verderio, Istituto di Neuroscienze, CNR, Vedano al Lambro (MB). Ambito di ricerca preclinica, valore 230.000 euro e durata 36 mesi).
GenTher_TBK1’ – Lo studio, coordinato da Valeria Gerbino del Santa Lucia IRCCS di Roma, intende sviluppare una nuova terapia genica per ripristinare il corretto funzionamento del gene TBK1, che ha un ruolo fondamentale nel mantenere in salute i neuroni, in quanto aiuta a eliminare le proteine danneggiate e a regolare l’infiammazione nel cervello e nel midollo spinale. Ricerche precedenti, anche finanziate da AriSLA e condotte su modelli SLA e su cellule umane, hanno osservato che, quando TBK1 non funziona correttamente, questi meccanismi di difesa si interrompono, portando alla morte dei motoneuroni e alla accelerazione della progressione della malattia. Sarà testata l’efficacia terapeutica della somministrazione di una copia sana del gene TBK1 trasportato da un virus modificato, in modelli di SLA con mutazione TBK1 e motoneuroni derivati da cellule staminali pluripotenti indotte, ottenute da campioni di pazienti con questa mutazione.
(Ambito di ricerca preclinica, valore 180.000 euro e durata 36 mesi)
‘PRESTIGIOUS’ – Questo studio, coordinato da Ernesto Picardi dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ha l’obiettivo di dimostrare la validità di una nuova terapia per la SLA familiare, causata da mutazioni specifiche del gene TARDBP codificante per la proteina TDP-43, che ha un ruolo centrale nella patogenesi della SLA. Le mutazioni in questa proteina causano la perdita della sua normale funzione e, attraverso la formazione di aggregati patologici, TDP-43 sviluppa un’azione tossica nei motoneuroni. L’approccio terapeutico, che sarà sperimentato in vitro su cellule motoneuronali derivate da paziente (iPSC), si basa sulla modifica dell’informazione genetica a livello dell’RNA, la molecola che copia le istruzioni dal DNA alle proteine, attraverso l’azione di enzimi chiamati ADAR, che possono modificare direttamente l’RNA in modo sito-specifico e correggere l’informazione errata (o la mutazione).
(Partner: Alessandro Barbon, Università degli Studi di Brescia; Antonia Ratti, Università degli Studi di Milano e IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milano. Ambito di ricerca di base, valore 240.000 euro e durata 36 mesi).
3 PILOT GRANT: studi esplorativi con lo scopo di sperimentare idee innovative ed originali
‘CreTDP-43’ – Con questo studio, Gian Giacomo Consalez dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, intende validare un nuovo modello murino che riproduce le caratteristiche genetiche e patologiche della SLA. Il modello esprime una mutazione del gene TARDBP (A382T), che codifica per la proteina TDP-43, rilevata anche in alcuni pazienti italiani, e consentirà ai ricercatori di accendere l’espressione del gene mutante in specifici tipi di cellule nervose. In questo modo sarà possibile comprendere il contributo di ciascun tipo di cellula neuronale alla malattia e fornire informazioni utili sulla disfunzione e aggregazione nel citoplasma dei neuroni della proteina TDP-43, quale punto centrale nella comprensione dello sviluppo della SLA.
(Ambito di ricerca preclinica, valore 60.000 euro e durata 12 mesi).
‘FLAIR-ALS’ – Questo studio clinico, condotto da Umberto Manera dell’Università degli Studi di Torino, si focalizza sull’analisi del declino della funzionalità respiratoria nei pazienti con SLA per fornire strumenti in grado di migliorarne la gestione clinica. Il progetto integrerà dati clinici, esami respiratori, esami del sangue e dati raccolti da dispositivi indossabili come smartwatch, che saranno analizzati con un approccio di intelligenza artificiale di tipo federato, che permetterà cioè di analizzare dati provenienti da fonti diverse in modo sicuro e rispettoso della privacy dei pazienti. Queste informazioni permetteranno di costruire modelli predittivi, capaci di rilevare segnali precoci di peggioramento respiratorio, anche prima della comparsa dei sintomi, per una gestione respiratoria del paziente personalizzata e tempestiva.
(Ambito di ricerca clinica osservazionale, valore 60.000 euro e durata 12 mesi).
‘Pfn1-ALS’ – A coordinare questo progetto è Alfonso De Simone dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che studierà il ruolo nella SLA della proteina Profilina-1, una proteina ubiquitaria, presente anche nei neuroni, e le cui mutazioni causano la formazione di aggregati tossici nei neuroni e sono responsabili di forme ereditarie e sporadiche di SLA. Nelle malattie neurodegenerative causate dall’aggregazione proteica, lo studio delle fasi iniziali di aggregazione è complesso, e questo progetto, tramite l’uso di tecniche avanzate di microscopia e spettroscopia, permetterà di osservare questi fenomeni in dettaglio.
(Ambito di ricerca di base, valore 60.000 euro e durata 12 mesi).





