Regali solidali

La corsa della vita

Francesco Canali

Si intitola La corsa della vita (sottotitolo: Il maratoneta in carrozzina e la sua battaglia contro la Sla) ed è un appassionante cronaca, giorno per giorno, della grande impresa di Francesco Canali, che nel dicembre 2010 ha coronato un suo vecchio sogno: correre una maratona. Visto che non ha potuto farlo con le proprie gambe, dopo essersi ammalato, lo ha fatto sfruttando i muscoli, e soprattutto il cuore, di quattro amici, ribattezzati gli «spingitori», con i quali ha formato l’Aisla Running Team.

Il libro, scritto a quattro mani dal “maratoneta in carrozzina” Francesco Canali e dal direttore della «Gazzetta di Parma» Claudio Rinaldi (uno degli «spingitori, insieme a Gianfranco Beltrami, Andrea Fanfoni e Gianluca Manghi) ripercorre le tappe di quella indimenticabile avventura, che è andata ben oltre l’impresa sportiva: perché il vero obiettivo era sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia e raccogliere fondi da donare alla ricerca (è stata ampiamente superata quota 100.000 euro). E il libro, con la ricchissima rassegna stampa, ricorda tutte le tantissime iniziative organizzate prima dell’“impresa” e i festeggiamenti seguiti alla maratona, oltre ai numerosi riconoscimenti ottenuti da Francesco. Racconta anche la bellissima amicizia nata con Alex Zanardi, che ha preso a cuore il sogno di Francesco e gli ha dapprima costruito, con le proprie mani, la splendida carrozzina utilizzata per correre i 42 chilometri e 195 metri della Maratona di Palm Beach, in Florida, e poi lo ha trainato con la propria handbike alla Venice Marathon nel 2011. In mezzo, un’altra “impresa” che ha conquistato tutti i parmigiani (e non solo): i 10 chilometri della Cariparma Running, con il Vescovo di Parma Enrico Solmi che ha spinto la carrozzina di Francesco.

«Una storia da raccontare agli alieni», garantisce Telmo Pievani nella prefazione. «È ovvio che la mia vita è cambiata completamente – scrive Francesco Canali –. La mia serenità mi ha permesso di sopportare tutti i cambiamenti. All’inizio mi sentivo quasi fortunato, pensando che la malattia progrediva lentamente. Mi sono abituato piano piano a non poter più fare le cose che facevo prima. Ho smesso di correre, poi di guidare, poi di camminare, poi di lavorare, poi di abbracciare mia moglie e le mie bambine, poi di mangiare da solo, poi di respirare autonomamente. Ma penso sempre che finché non suona la sirena la partita non è persa, oggi come allora».

Per l’acquisto del libro, vi invitiamo a scrivere a ‘sostienici@arisla.org’.

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